“Un foglio bianco. Accanto dei pennelli sparsi. È ora di cominciare. Cuore mio, che vuoi da me?
Parlare con la mano? Oggi sento il sole picchiare forte, prendo un colore; sì questo mi piace.
Ieri era un bianco e nero; qualche spruzzo qua e là. Un altro giorno, un’altra avventura.”
Così, negli anni delle scelte importanti, iniziai un corso di formazione in danzaterapia che mi condusse a conoscere l’Associazione Riabilita di Siena e a partecipare ai loro incontri settimanali di pittura. Durante quell’ora vedevo le opere prendere forma e mi chiedevo quanto davvero potessero parlare di ognuno.
Passa il tempo, le grandi decisioni sono ormai prese e riscavo nella memoria l’esperienza di Riabilita. Nasce in me il desiderio di vestire le Cinquanta bottiglie di donne con un pezzo d’anima pura e vibrante. Si intrecciano così distinti e importanti percorsi: l’arte incontra il vino e il passato si fa presente.
Guardo i dipinti scelti e in essi vedo cuori che battono forte, desiderosi di esprimere inquietudini e sofferenze, gioie e aspirazioni. Sono ventinove artisti: differenti le mani e ancor di più i sentimenti.
Talvolta i colori sono accesi e definiti da pennellate decise; altre volte invece la composizione è fluida, tenue, quasi un orizzonte di pace e serenità.
La bellezza artistica dunque si manifesta nella diversità pittorica che arricchisce il dialogo tra le opere. Ognuna è il riflesso dell’io, la messa in scena, drammatica o comica, di un teatro dell’anima scostante e trasparente, sincero e evocativo.
In questa varietà di intenti e di passioni subentra un motivo comune: la ricerca di un frammento, di una parte del tutto, di una parola nel discorso, espressione profonda del volere nascosto e incompreso.
Le composizioni hanno un quadrato mancante divenuto “opera nell’opera”, una piccola etichetta, un abito che nobilita il lavoro quotidiano di un vignaiolo.
È un accento, un sospiro colto ed evidenziato per essere guardato in un altro contesto.
L’intento è audace perché non si esaurisce nella commissione pittorica ma ha il desiderio di estrapolare un segmento da un insieme in modo critico.
Quel piccolo dettaglio può divenire allora il sintagma di una parte di sé da osservare da un altro punto di vista per riscoprire una sfumatura sfuggita e ora lasciata all’ammirazione dello spettatore.
Ogni etichetta manifesta la possibilità di sentirsi parte di un tutto che non rifiuta ma comprende, non condanna ma assolve, non giudica ma ama.
Ringrazio Riabilita per aver assaporato l’uguaglianza, il rispetto, la condivisione, la forza di volontà.
Grazie agli artisti che hanno donato le loro creazioni permettendoci di provare tanta meraviglia ed emozione.
Infine grazie a tutti coloro che collaborano con l’Associazione mettendo nella mano dell’altro i propri doni per farne motivo di gioia e di speranza.
Flavia Del Seta